Il Teatro Politeama di Palermo PT.2 – platea e luoghi proibiti!

Eccoci qui per la seconda parte dell’articolo dedicato al Teatro Politeama di Palermo.

La prima parte la trovate QUI.
Come già anticipato nel precedente articolo, arrivati a questo punto del percorso, scopriamo la platea e la sua evoluzione!

Molti non sanno che in origine il Teatro Politeama non era un TEATRO ma un CIRCO! 😀

All’interno di queste mura si esibivano straordinari equilibristi e incredibili artisti che intrattenevano il pubblico con giochi  e corse di cavalli!

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Georges Seurat
Le Cirque 1890-91 Opera incompiuta Olio su tela  185 x 155

Parigi, Musée d’Orsay

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Prima che nascesse il teatro e fosse adibito a funzione circense, gli artisti del circo si esibivano a Piazza Marina.

Le loro casupole in legno furono abbattute nel 1863 per fare spazio all’attuale Villa Garibaldi, progettata dall’architetto Giovan Battista Filippo Basile, in onore dell’unità d’Italia.

La platea subì varie evoluzioni…

Nelle carte dell’architetto del teatro, Giuseppe Damiani Almeyda, si nota come lui abbia inizialmente progettato la platea per metà completamente priva di posti a sedere, in quanto spazio per il circo!

L’altra metà mostrava delle sedie simili alle attuali e un palchetto posto di fronte!

Oggi non è più identificabile questa differenza. 🙂

Guardando in alto ritroviamo la cupola che avevamo già ammirato all’esterno nella prima parte dell’articolo…

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Se osserviamo bene la decorazione centrale, notiamo subito una sorprendente somiglianza al tendone da circo che si ricollega perfettamente alla funzione originaria del teatro!

Questo perchè l’ architetto aveva progettato la copertura fin dall’inizio del cantiere, influenzato dalle mode londinesi e francesi dell’epoca, ma per motivi burocratici venne realizzata solo verso la fine dell’800.

Si temeva fosse troppo pesante e poco stabile. In realtà una volta portata a termine ci si rese conto del magnifico lavoro svolto dall’Almeyda; pensate che pesa quasi 10 volte più di quella del Teatro Massimo, è tutta in ferro,vetro su base in ghisa e poggia su 16 colonne.

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Delle stampe dell’epoca mostrano come l’argomento sulla presunta instabilità della cupola del Politeama fosse al centro di dispute e polemiche.

Famoso è il disegno satirico realizzato da Naselli, amico e allievo dell’architetto, che rappresenta il teatro tenuto unito da numerose corde legate a un pallone aerostatico posto in corrispondenza della cupola, ironizzando su come quella fosse l’unica soluzione per tenere in piedi l’edificio dopo la realizzazione della possente cupola con frasi come “non più caduta del Politeama” oppure “o questo progetto o il Paese è perduto”.

Davvero esilarante! 😀

Purtroppo non ho avuto modo di fotografare l’immagine, mi è stato negato, spero di ritrovarla in qualche libro o girando su internet! 🙂

Scherzi e polemiche a parte però il progetto si rivelò efficace e vinse numerosi riconoscimenti in tutta Italia! 😀

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Il fregio tutto intorno, alla base della “tenda da circo”, è armonioso e sobrio. Fu decorato dal Mancinelli e rappresenta una processione di putti alati, giovani vergini, animali in onore di Zeus.

Una cosa che molti non sanno è che il nostro Mancinelli, nonché suocero dell’architetto, si occupò anche delle decorazioni del sipario.

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Dico “molti non lo sanno” perchè in realtà il sipario è stato esposto pochissime volte e moltissime persone non sanno nemmeno dell’esistenza di questo prezioso manufatto.

L’immagine precedente mostra una ricostruzione del sipario una volta calato sul palcoscenico.

Rappresenta l’arrivo di Eschilo, autore di tragedie greche originario di Atene, a Siracusa.

Non è quasi mai possibile ammirarlo in quanto avvolto e conservato.

Fu restaurato di recente e  riconsegnato al Teatro Politeama dopo essere rimasto per circa 50 anni nei magazzini del Teatro Massimo a Brancaccio.

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Per fortuna il tempo e l’abbandono non hanno danneggiato i suoi  colori e ad oggi si presenta in perfette condizioni.

Durante la manifestazione de Le Vie dei Tesori abbiamo chiesto il permesso di mostrarlo ai visitatori ma essendo sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana in piena stagione concertistica, era impossibile tenerlo srotolato senza dar fastidio alle esibizioni e senza danneggiarlo.

Quindi abbiamo fatto in modo di descriverlo come meglio potevamo lasciando sempre un velo di mistero! 😉

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Infine guardando in alto verso il boccascena, ammiriamo un loggiato con colonne in stile corinzio, al centro il busto bronzeo di Giuseppe Garibaldi e ai lati due statue: la Tragedia e la Commedia.

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Dirigiamoci adesso verso una zona off-limits! 😛

Ci è stato vietato di salire sul tetto…in quanto definito non agibile.

Uno dei dipendenti del teatro ci ha inoltre informato che: “lì succedono cose strane…meglio non salirci! Nemmeno noi ci saliamo!”

…si però la curiosità è curiosità! 😛

Per di più, quando mi ricapita di poter accedere liberamente a zone così poco esplorate di un monumento storico della mia città? 😀

Attendo di finire il mio turno…dopo 40 minuti di visita guidata ho circa una mezz’oretta scarsa per riposarmi un po’!

Decido di utilizzare la mia pausa per la mia avventura! 😀

DSC_0862 Attraverso in fretta i corridoi del terzo piano, ribattezzati da noi come “le stanze della tristezza”, il motivo è ben visibile, anche se comunque sono solo queste due le pareti danneggiate…le altre si sono conservate piuttosto bene. Forse queste in particolare, essendo state realizzate sulle pareti che danno verso l’esterno del terzo piano, erano molto più esposte all’umidità assorbita dalle pareti…

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Si nota la splendida decorazione ad architetture esili ed eleganti, ricche di elementi floreali, statue di dei e paesaggi! 🙂

Passiamo oltre … raggiungo la scala nascosta, che ho scoperto dopo giorni di ricerche e perlustrazioni 😉

Nella mia testa già parte la sigla di Relic Hunter (<— clicca per ascoltarla) , guardavo sempre questo telefilm da bambina! 😉

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Ecco la scala di accesso! Giungo in cima alle scale e mi ritrovo davanti all’ingresso chiuso da inferriate, provo ad aprirle, senza risultato…erano evidentemente bloccate.

Pazienza, la mia avventura finiva lì, mi volto per scendere le scale…quando sento il suono di un cigolìo alle mie spalle…mi volto nuovamente verso l’ingresso e vedo che l’inferriata si apre…da sola!

La guardo aprirsi e accostarsi delicatamente alla parete…mi avvicino, supero l’ingresso e mi viene spontaneo bisbigliare un flebile “Grazie!”, non si sa mai 😉

Mentre nella mia mente riecheggiano le parole di quel dipendente del teatro “succedono cose strane lì…”

Non so se sia stata semplicemente la corrente, visto la sua totale esposizione all’aria aperta, però si avvertiva davvero qualcosa di strano…forse troppa suggestione mentale (in quel periodo facevo overdose di The Walking Dead), però ci si sentiva davvero osservati e i rumori improvvisi non mancavano!

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Che vista mozzafiato! 😀

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Quanto sei bella, città mia! 🙂

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Da qui accediamo alla parte del loggione non più utilizzata.

In origine il teatro poteva ospitare un pubblico di circa 1.800 persone…oggi solo poco più di 900!

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…questo teatro è davvero un gioiello in ogni sua più piccolo particolare  e mi sento improvvisamente triste nel vedere (e rivedere, ora che sto scrivendo l’articolo) tutto questo abbandono…chissà come brulicava di gente ed emozioni negli anni del suo splendore! Quante risate, lacrime, applausi vivevano e vibravano fra quei posti a sedere coperti dalla polvere…

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Siamo davvero molto in alto e molto più vicini alle decorazioni del soffitto…riesco a osservarne meglio i dettagli decorativi…

Quello che mi fece spaventare di più, facendomi perdere 3 anni di vita probabilmente, fu il fortissimo rumore di un vetro in frantumi che mi colse all’improvviso mentre osservavo i decori e la struttura.

Ma guardandomi in giro non vidi pezzi di vetro per terra…né tanto meno finestre…

Direi che l’ispezione finisce qui, per me…torno giù…sono passati più di venti minuti, fra poco è di nuovo il mio turno… 🙂

Passo di nuovo accanto alle “stanze della tristezza”…

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…accarezzandone le pareti…e dal mio cuore nasce un silenzioso “mi dispiace, ma ti trovo comunque meraviglioso” 🙂

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Percorro i corridoi del piano terra che conserva ancora il suo splendore aureo e torno nel foyer dove ad attendermi c’è un nuovo tour e nuove persone pronte ad assaporare la storia di un edificio che è nato e nonostante tutto si è fatto storia e architettura nell’isola delle meraviglie nascoste ! 🙂

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Notizie conclusive:

Il Teatro raggiunge il suo massimo splendore nel 1891 quando in occasione dell’Esposizione Nazionale di Palermo, viene scelto come luogo per l’inaugurazione dell’evento, al posto del Teatro Massimo ancora incompiuto,  in presenza dei sovrani Umberto I, la moglie e il figlio Vittorio Emanuele. In quell’occasione si assiste alla prima dell’Otello di Giuseppe Verdi.

Il teatro concluderà il suo ciclo lirico nel 1897, quando lo scettro passa al Teatro Massimo che inaugura la sua più fortunata sorte con il Falstaff di Giuseppe Verdi.

Spero che l’articolo vi sia piaciuto e chiedo scusa per l’attesa… 🙂

Nel prossimo articolo lasceremo la terra sicula per raggiungere “la turrita”!

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